letti010“Se è contento di entrare alla Casa Bianca quanto io lo sono di uscirne, lei è un uomo davvero felice”. Lo disse James Buchanan, quattordicesimo presidente degli Stati Uniti d’America al quindicesimo, Abraham Lincoln. Era, se capisco bene, il 4 marzo 1861, il giorno del passaggio dei poteri. Tredici giorni dopo, il 17 marzo, nasceva a Torino – dov’era stato concepito – il Regno d’Italia. La lettura del libro di Fernando Masullo Mr. President. Da George Washington a Donald Trump, oltre a essere stata un divertimento, cosa che quasi mai è possibile dire dei libri, è stata anche l’occasione per riflettere su certe singolari coincidenze e addirittura assonanze fra la storia americana e l’italiana. Il momento più significativo è proprio in quei primi anni sessanta dell’Ottocento, quando le due vicende nazionali, con due guerre civili, entrambe segnate dallo scontro fra Nord e Sud, attirarono l’attenzione di tutto il mondo.

letti011Fernando Masullo è un vecchio e caro amico. Si dice a volte che l’amicizia fa velo nel giudizio, ma io non credo che sia così. La simpatia, la conoscenza, l’avere tante volte chiacchierato insieme, oppure discusso, o anche riso per i più diversi motivi, tutto questo aiuta nel giudizio e può perfino arrivare a illuminarlo. Il libro che ho letto corrisponde perfettamente all’uomo che conosco. Ha la sua curiosità, l’ironia, e insieme la sua essenzialità: Fernando ti può far sapere che la sedia girevole sulla quale stai seduto l’ha inventata niente meno che Thomas Jefferson, ma non perderà troppo tempo a illustrarti tutti i vizi e i tic di ciascuno. Alla fine i quarantacinque ritratti, corrispondenti ad altrettante immagini splendidamente disegnate da Andrea Bozzo, si rivelano a chi, come me, non ha mai avuto una particolare passione per gli Stati Uniti, come una marcia d’avvicinamento a un’America che ancora poco si conosce. E’ come guardarla in faccia, quando non è in posa, è scoprirne l’umanità attraverso i suoi quarantacinque presidenti. Gran peccato che l’ultimo della serie non sia stata una donna. Come sappiamo bene in Italia, le storie, tutte le storie, non sono sempre in ascesa. “Donald J. Trump ha un carattere impulsivo e imprevedibile e non lo cambierà certo a settant’anni suonati”. Così scrive Masullo alla fine del libro e temo proprio che abbia ragione.