letti005L’inglese Robert Harris è diventato famoso con il suo primo romanzo, Fatherland, già un quarto di secolo fa. Era un capolavoro di fantastoria, che immaginava Hitler ancora al potere a Berlino nel 1964 e il Reich tedesco, vittorioso nella seconda guerra mondiale, esteso fino agli Urali e al Mar Caspio. Fatherland era anche quel che si dice un thriller. Così, mi pare, sono stati in diverso modo e misura gli altri romanzi di Harris, compreso il magnifico Pompei, del 2005.

Giocando a intrecciare storia e immaginazione, era abbastanza naturale che Harris frequentasse molto l’Italia e specialmente Roma. Era anche quasi fatale che prima o poi incontrasse il Vaticano. E’ successo infatti e il risultato è Conclave, il romanzo pubblicato da Mondadori nel 2016. La storia che qui Harris maneggia non è alternativa a quella già verificata – com’era appunto il caso di Fatherland – è una storia al futuro, quindi, in via di principio, una storia possibile. L’autore immagina la morte di un papa, che, tiene a precisare in una nota, non è Papa Bergoglio, ma certo un poco gli somiglia. Il primo capitolo è appunto intitolato “Sede vacante”. I capitoli seguenti sono il racconto del conclave che eleggerà il successore. Confesso che per più di duecento pagine ho fatto il tifo per il protagonista, il cardinale decano Lomeli, che ovviamente non esiste, ma mi è risultato molto simpatico. Harris è straordinario: inventa i personaggi e subito te li fa vedere. E la cosa più curiosa è questa: che più i personaggi sono normali, medi, naturali, anche nel mostrare e riconoscere i propri difetti e nel nascondere e nascondersi le virtù, più ti diventano amici. Se un regista italiano che va per la maggiore, e tempo fa è stato anche molto bravo, avesse potuto leggere questo libro inglese, si sarebbero evitate le stranezze d’un papa davvero troppo giovane e poco sopportabile.

Quando ho preso Conclave in libreria ho temuto di restarne deluso: Harris è inglese – ho pensato – chissà quanti pregiudizi può avere sulla Chiesa cattolica, sul papa e il Vaticano. Niente di tutto questo. L’unica delusione è stata che il mio candidato, il cardinale Lomeli, non viene eletto. Sarà eletto un altro: ma anche se questo romanzo non è un thriller, tutto si può fare meno che rivelarne il finale.